Logo UPO, Università del Piemonte Orientale
Main content
Argomento
Scienza e Ricerca

La ricercatrice Cristina Olgasi premiata da Fondazione Roche per il progetto sull’emofilia A

Al centro della ricerca, che verrà finanziata con 50mila Euro, le malattie ereditarie della coagulazione

Di Lucilla Cagnoni

Data di pubblicazione

Ricercatrice premiata
La ricercatrice Cristina Olgasi premiata da Fondazione Roche

Sono otto i vincitori della sesta edizione del bando “Fondazione Roche per la ricerca indipendente”. Si tratta di ricercatori under 40 provenienti da tutta Italia che con i loro progetti ambiscono a migliorare la salute e il benessere dei pazienti in aree ad alto bisogno: oncologia, ematologia oncologica, oftalmologia, neuroscienze, malattie ereditarie della coagulazione, Covid, digital health e medicina personalizzata (PHC). Tra i vincitori del bando promosso da Fondazione Roche, anche un progetto della dottoressa Cristina Olgasi dell’Università del Piemonte Orientale nell’ambito delle malattie ereditarie della coagulazione.

Il progetto ha l’intento di studiare il ruolo del FVIII della coagulazione oltre l’emostasi. La mancanza del FVIII causa l’emofilia A, una malattia genetica associata ad emorragie spontanee o a seguito di traumi. Sulla base di studi recenti, che evidenziano una disfunzionalità endoteliale nei pazienti emofilici, si vuole indagare il ruolo del FVIII nel mantenimento della stabilità endoteliale valutando se esiste una differenza di espressione genica e funzionale tra le cellule sane ed emofiliche.

Cristina Olgasi si è laureata in Biotecnologie Mediche presso l’Università degli Studi di Torino e nel 2013 ha ottenuto il dottorato di ricerca in Fisiopatologia Medica presso la stessa Università. Dal 2013 al 2020 ha lavorato come post-doc presso il Dipartimento di Scienze della Salute di Novara (Università del Piemonte Orientale) nel gruppo della prof.ssa Follenzi, sulla terapia cellulare e genica per l’emofilia A. Dal 2020 è tecnologa presso lo stesso dipartimento e continua a lavorare sull’Emofilia A.

“Ricevere il premio di Fondazione Roche per la ricerca indipendente è per me fonte di orgoglio – commenta la dottoressa Cristina Olgasi – perché mi permetterà di sviluppare un’idea nata da una semplice osservazione, ma che potrebbe mettere in luce un nuovo meccanismo utile alla comprensione globale del difetto genico nei pazienti emofilici”.

Il progetto sarà svolto presso il Dipartimento di Scienze della Salute (DISS) a Novara. Il DISS è caratterizzato da una rete di risorse scientifiche e tecnologiche, in grado di supportare la ricerca e lo sviluppo nei settori biotecnologico, biomedicale e farmaceutico, e svolge un’intensa attività di ricerca, spaziando da quella di base allo studio dei meccanismi patogenetici delle malattie, e allo sviluppo di biomateriali e di innovative tecnologie diagnostiche e terapeutiche. Sono inoltre presenti “facilities”, presso il nuovo centro di ricerca traslazionale sulle malattie autoimmuni e allergiche (CAAD), sempre facente parte dell’Università del Piemonte Orientale, tra cui di analisi citofluorimetrica, microscopia avanzata, bioinformatica, trascrittomica, metabolomica, proteomica e metagenomica. Inoltre, il DISS è sito all’interno del complesso dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria “Maggiore della Carità” facilitando una ricerca di tipo traslazionale.

Gian Carlo Avanzi, rettore dell’Università del Piemonte Orientale, dichiara: “Il riconoscimento di Fondazione Roche per la ricerca nel campo dell'emofilia portata avanti dalla dottoressa Olgasi e dal gruppo di ricerca guidato dalla professoressa Follenzi costituisce un'ulteriore conferma dell'eccellenza dei nostri Dipartimenti di area medica. Grazie ai nostri giovani ricercatori e ai nostri docenti, in pochi anni siamo riusciti a costruire un network di relazioni con istituzioni pubbliche e aziende private leader nel settore medico e farmacologico che ci consente di migliorarci ogni giorno e di dare alla nostra ricerca scientifica una prospettiva utile all'intera comunità”.

Dal suo lancio ad oggi, il Bando “Fondazione Roche per la Ricerca indipendente” ha stanziato oltre 4 milioni di euro, affermandosi come una delle iniziative di maggior successo in questo ambito: sono stati più di 2300 i progetti presentati, di cui 263 solo per questa edizione, e 56 quelli finora finanziati.

I ricercatori vincitori premiati oggi, 6 ricercatrici e 2 ricercatori under 40, provengono da differenti istituti di ricerca italiani: Virginia Brancato, Fondazione Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) di Milano; Stefania Faletti, Istituto Europeo di Oncologia di Milano; Simona Francia, Fondazione Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) di Milano; Valentina Tedeschi, Università degli Studi di Napoli Federico II; Fabrizia Bonacina, Università degli Studi di Milano; Francesco Salton, Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano- Isontina di Trieste; Danilo Buonsenso, Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS di Roma. I progetti vincitori, che saranno realizzati in Italia, propongono nuovi studi nelle aree terapeutiche oncologia, ematologia oncologica, oftalmologia, neuroscienze, malattie ereditarie della coagulazione, Covid, digital health e medicina personalizzata (PHC).

Al fine di continuare a garantire la massima trasparenza nell’interazione e nella collaborazione con la classe medica, le strutture ospedaliere e gli enti di ricerca, il processo di valutazione e selezione dei progetti è stato affidato anche per questa sesta edizione al prestigioso partner internazionale Springer Nature, leader nel mondo della ricerca e dell’educazione scientifica, garante di imparzialità e terzietà.

 

 

Fondazione Roche
La Fondazione Roche persegue lo scopo di favorire la ricerca scientifica indipendente, l’assistenza sanitaria, l’attività del le associazioni che sostengono i pazienti ed il dibattito pubblico su tematiche istituzionali ed organizzative concernenti il sistema sanitario nazionale ed europeo. Tema ispiratore dell’azione della Fondazione Roche è l’attenzione alla persona-paziente e ai suoi bisogni di salute, con il triplice obiettivo di contribuire alla ricerca indipendente, seria e scientificamente solida; intraprendere un dialogo continuo con le istituzioni per trovare strade capaci di abbattere le limitazioni dei diritti del cittadino; sostenere in maniera responsabile le associazioni pazienti e le realtà no-profit del territorio.
Tag
Medicina

    Ultima modifica 3 Agosto 2022

    Leggi anche

    La ricercatrice UPO Lidia Avalle premiata al "Novogene Italian Sequencing Projects Awards 2024"

    Il riconoscimento le è stato conferito dall'azienda Novogene, una delle più importanti al mondo nel settore della genomica, del sequenziamento del DNA e della bioinformatica. Ora la ricercatrice potrà sfruttare le tecnologie all’avanguardia fornite dalla multinazionale per il sequenziamento dell’RNA e analizzare l’espressione genica nei suoi modelli sperimentali.

    Argomento
    Scienza e Ricerca

    Data di pubblicazione 12 Settembre 2024

    Novogene

    A San Genuario è ripreso lo scavo archeologico coordinato dall'UPO

    La prof.ssa Eleonora Destefanis dirige il “cantiere-scuola” a cui partecipano 17 studenti e studentesse del Dipartimento di Studi Umanistici. Lo scavo proseguirà fino alla fine di settembre e, nella seconda metà del mese, sono previsti momenti di comunicazione pubblica nonché laboratori per le scuole.

    Argomento
    Scienza e Ricerca

    Data di pubblicazione 10 Settembre 2024

    Scavo archeologico di San Genaurio

    Pubblicato sulla rivista Chemistry - A European Journal un lavoro del DSF UPO sulla formazione di nuovi addotti di Passerini

    L'articolo, pubblicato da un team costituito da personale dell'UPO e della Nerviano Medical Sciences S.r.l., dimostra come l'uso della catalisi fotoredox rappresenta una strategia promettente nella chimica organica.

    Argomento
    Scienza e Ricerca

    Data di pubblicazione 06 Settembre 2024

    Da sinistra a destra: la dottoressa Brunelli, la dottoressa Miletto e il professor Tron

    Una Nuova speranza per il trattamento farmacologico dell’infarto miocardico acuto: pubblicato sull’European Heart Journal il lavoro della Cardiologia UPO

    L’infarto miocardico è la principale causa di scompenso cardiaco e le malattie cardiovascolari sono la maggior causa di morte. La Cattedra di Cardiologia dell’UPO è dedita alla ricerca per migliorare la prognosi dei pazienti con infarto miocardico e con scompenso cardiaco attraverso la conduzione di protocolli, anche internazionali, dedicati.

    Argomento
    Scienza e Ricerca

    Data di pubblicazione 02 Settembre 2024

    Da sinistra a destra: il professor Giuseppe Patti e il professor Domenico D'Amario