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SLA Global Day, dall'osservatorio AriSLA emerge l’alta qualità della ricerca finanziata e il suo orientamento sempre più verso la clinica
In 15 anni di attività, AriSLA, principale ente non profit in Italia, ha investito in ricerca oltre 16 milioni di euro, sostenuto 106 progetti e finanziato 150 gruppi di ricerca in diversi ambiti.
Di Stefano Boda
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credits © Fondazione AriSLA
La ricerca scientifica italiana che si occupa di SLA si conferma di altissima qualità, capace di generare significativi risultati di rilevante impatto per la comunità scientifica internazionale e sempre più orientata verso la clinica. È quanto emerge dall’analisi realizzata da AriSLA, Fondazione italiana di ricerca sulla SLA Ente del Terzo Settore, sui progetti di ricerca sulla patologia ad oggi finanziati in occasione della Giornata mondiale sulla SLA, promossa il 21 giugno dalla Federazione internazionale delle associazioni dei pazienti. Da diversi anni, infatti, la Fondazione coglie l’occasione di questa importante Giornata per la comunità dei pazienti SLA per testimoniare loro l’impegno del mondo della ricerca a individuare soluzioni terapeutiche per contrastare la malattia. In quest’ottica si colloca anche la seconda iniziativa della Fondazione, la campagna social ‘Il futuro è nella ricerca’, lanciata oggi e attiva per tutta la settimana, con il coinvolgimento degli ultimi ricercatori supportati.
Dal 2009 ad oggi AriSLA ha investito 16,1 milioni di euro in attività di ricerca, finanziando 106 progetti, di cui 16 attualmente in corso, in diversi ambiti (base, preclinica e traslazionale, clinica e tecnologica), supportando 150 ricercatori selezionati attraverso 16 bandi competitivi (selezione 17° bando è in corso). Negli anni gli investimenti di AriSLA nei nuovi progetti, in particolar modo nei ‘Pilot Grant’, oltre a favorire l’avvio di progettualità nuove a carattere maggiormente esplorativo, hanno permesso anche a ricercatori più giovani di avviare delle proprie linee di ricerca e attrarre nuovi ricercatori allo studio della SLA: il 57% dei coordinatori dei ‘Pilot Grant’, infatti, non si era mai occupato di SLA prima del grant AriSLA e il 32% di loro aveva meno di 40 anni al momento del finanziamento. L’altra tipologia di progetti finanziata da AriSLA, i ‘Full Grant’, progetti di ricerca pluriennali, ha consentito di dare continuità ai filoni di ricerca con solido razionale scientifico e consistenti dati preliminari, producendo risultati rilevanti, che hanno permesso di ottenere fondi anche da altri enti, pubblici o privati, nazionali o internazionali. Inoltre, l’aver ricevuto un grant AriSLA ha promosso la collaborazione tra scienziati: l’87% degli articoli originali pubblicati da ricercatori AriSLA sono nati dalla collaborazione tra diversi gruppi, principalmente tra coloro che hanno contribuito ai progetti multicentrici, ma anche con il coinvolgimento di altri centri di ricerca, sia in ambito nazionale che internazionale.
Dall’analisi delle pubblicazioni scientifiche derivate dagli studi finanziati dalla Fondazione, nel complesso 389 (fonte Web of Science, periodo 2010 – maggio 2024), emerge che i risultati raggiunti hanno contribuito a generare nuova conoscenza utile alla comunità scientifica internazionale e che quasi il 70% delle pubblicazioni AriSLA sono tra gli articoli ad alto impatto nell'area scientifica di riferimento. AriSLA ha inoltre messo a confronto le pubblicazioni di due quinquenni (2013-2017 e 2018-2022) per valutare l’orientamento della ricerca finanziata ed è stato osservato che non solo c’è una crescita in termini quantitativi negli ultimi 5 anni, ma anche un sempre maggiore impatto sulla ricerca clinica, anche di studi di ricerca di base o preclinica.
Un altro tema rilevato dai dati raccolti da AriSLA è rappresentato dagli interessanti risultati conseguiti dagli studi clinici che hanno riutilizzato farmaci già in uso, che testimonia come anche il riposizionamento di molecole già testate possa generare innovazione e portare allo sviluppo di nuove sperimentazioni più efficaci e mirate per la SLA. Aspetti evidenziati anche in una recente pubblicazione sulla rivista scientifica ‘Frontiers in Medicine’ firmata da Fondazione AriSLA e Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta, attualmente a capo di un nuovo trial clinico avviato proprio a seguito degli incoraggianti esiti di una precedente sperimentazione con un farmaco già utilizzato per altre finalità. Sarà interessante osservare gli sviluppi degli ultimi progetti da poco avviati e selezionati con il Bando AriSLA 2023, il primo Bando frutto del nuovo piano strategico di AriSLA con una visione per la ricerca proiettata fino al 2025, che punta a supportare una ricerca con maggiore potenzialità di ricaduta sui pazienti.
Anche quest’anno AriSLA ha voluto lanciare una campagna di sensibilizzazione sui propri profili social, con l’hashtag di #Ilfuturoènellaricerca, che in quest’occasione vede coinvolti i coordinatori dei progetti recentemente finanziati dalla Fondazione con il Bando 2023, che hanno realizzato dei contributi video in cui spiegano cosa li abbia spinti ad occuparsi dello studio della SLA e quale sia l’obiettivo perseguito dal suo studio. Quest’anno sono sei i video che saranno postati da oggi fino alla fine della settimana e vedono la partecipazione dei ricercatori italiani: Andrea Bandini della Scuola Superiore di Sant’Anna (Centro di Ricerca Interdisciplinare Health Science) di Pisa, Laura Calabresi del Dipartimento di Scienze Farmacologiche e Biomolecolari dell’Università degli studi di Milano, Eleonora Dalla Bella della Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano, Sandra D’Alfonso del Dipartimento di Scienze della Salute dell’Università del Piemonte Orientale, Marcello Manfredi del Dipartimento di Medicina Traslazionale dell’Università del Piemonte Orientale e Nilo Riva della Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano.
I progetti da poco avviati affrontano diversi aspetti che riguardano la malattia: alcuni puntano a identificare dei nuovi biomarcatori, fondamentali sia per la diagnosi della SLA che per comprendere la sua progressione nel tempo, altri andranno ad indagare le cause dell’esordio della SLA, uno in particolare si concentrerà su quelle genetiche, e due studi sono focalizzati sui meccanismi implicati nella SLA ad esordio bulbare, una forma di SLA che comporta problematiche relative al linguaggio e alla deglutizione.
Ultima modifica 17 Giugno 2024
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