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Relazioni internazionali: premiata a Roma la tesi sull'applicazione dei diritti umani sulla rotta balcanica

Nel mese di dicembre 2022 i migliori laureati hanno ricevuto il riconoscimento della Fondazione Italia Usa in Parlamento, a Roma. Premiata la tesi della dottoressa Maria Larovere (DIGSPES) dal titolo ‘La rotta balcanica: i respingimenti a catena e la violazione del principio di non refoulement’

Di Leonardo D'Amico

Data di pubblicazione

Maria Larovere ottiene in Premio America Giovani
Maria Larovere riceve l'attestato a Roma

credits © Fondazione Italia USA/Archivio di Ateneo

Il principio di non respingimento (non refoulement) è un principio fondamentale del diritto internazionale (art. 33 della Convenzione di Ginevra) secondo cui a un rifugiato non può essere impedito l’ingresso sul territorio né può esso essere deportato, espulso o trasferito verso territori in cui la sua vita o la sua libertà sarebbero minacciate. Questo principio e le sue violazioni commesse sulla cosiddetta rotta balcanica sono state il fulcro tematico della tesi che ha consentito alla dottoressa Maria Larovere – laureata triennale in Scienze politiche, economiche, sociali e dell’amministrazione presso il DIGSPES (Dipartimento di Giurisprudenza e Scienze politiche, economiche e sociali), con relatrice la professoressa Elisabetta Grande – di ottenere, insieme ad altri 1000 talenti delle università italiane, il Premio America Giovani. Abbiamo chiesto alla dottoressa Larovere di raccontarci la sua esperienza.

 

«Ho conseguito la laurea in Scienze politiche, economiche, sociali e dell’amministrazione nel settembre del 2021 scrivendo una tesi in Scienze politiche e delle relazioni Internazionali. Insieme alla mia relatrice Elisabetta Grande abbiamo scelto come titolo “La rotta balcanica: i respingimenti a catena e la violazione del principio di non refoulement”. La Professoressa mi ha messa in contatto con l’avvocato Ulrich Stege, membro dell’International University College of Turin (IUC) e direttore della “IUC Clinical Legal Education Program”. L’avvocato Stege mi ha fornito il materiale necessario e, sotto mia richiesta, un caso studio da approfondire nella tesi.

La mia tesi è stata organizzata in tre direttrici principali: la prima riassume l’importanza della “Convenzione relativa allo statuto dei rifugiati” del 1951, che disciplina il Principio di non refoulement, il principio fondamentale del diritto internazionale che vieta a un paese che accoglie richiedenti asilo di rimpatriarli in un paese in cui rischierebbero di essere perseguitati per “razza, religione, nazionalità, appartenenza a un particolare gruppo sociale o opinione”.

Nella seconda parte ho approfondito questo principio trattando in particolare i respingimenti illegali e disumani (respingimenti a catena) che avvengono sistematicamente lungo la cosiddetta rotta balcanica e la responsabilità dell’Italia in questa violenza.

Il terzo capitolo, infine, è dedicato al caso studio del Signor M., rappresentato dall’avvocatessa Caterina Bove, del Foro di Trieste, e dall’avvocatessa Anna Brambilla, del Foro di Milano. Le avvocatesse muovono ricorso nell’interesse del signor M. contro il Ministero dell’Interno – per la precisione contro il Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione – con la richiesta di accertare il diritto del signor M. a presentare domanda di protezione internazionale in Italia e di accedere nel territorio dello Stato, in diretta applicazione dell’articolo 10 comma 3 della Costituzione italiana. Il signor M. era fuggito dal Pakistan a seguito delle persecuzioni subite a causa del proprio orientamento sessuale e dell’essersi professato ateo. Aveva raggiunto la frontiera di Trieste dopo aver affrontato un lungo ed estenuante viaggio, dichiarando di aver subito violenze al confine croato. La sua speranza era che, oltrepassato il confine italiano e manifestata la volontà di domandare protezione internazionale all’Italia, sarebbe stato al sicuro. Tuttavia, nel giro di poche ore si vide respinto verso la Slovenia e poi, a catena, verso la Croazia e in Bosnia trovandosi sprovvisto di accoglienza e di qualunque tipo di supporto in una violazione, di fatto, del principio di non refoulement.

 

 

 

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Premio America Giovani 2023Premio America Giovani 2023Premio America Giovani 2023Premio America Giovani 2023

Il 2 novembre 2022 ho ricevuto la comunicazione da parte di AlmaLaurea che mi dava la notizia di essere stata selezionata come vincitrice del Premio America Giovani per il talento universitario erogato dalla Fondazione Italia USA. Il Premio America Giovani vuole valorizzare ogni anno 1.000 talenti che hanno terminato un percorso universitario di eccellenza in discipline di interesse della Fondazione. La selezione è puramente meritocratica e non sono possibili autocandidature. La selezione, infatti, avviene tramite la banca dati delle università italiane che compara i neolaureati con un piano di studi attinente gli interessi della Fondazione e sulla base di diversi parametri indicativi del loro talento accademico come il punteggio di laurea, l’età di conseguimento del titolo, la media degli esami, la data della sessione di laurea, il curriculum studiorum.

Grazie a questo premio ho ottenuto una borsa di studio per il Master di Alta Specializzazione e Formazione in “Leadership per le Relazioni Internazionali e il Made in Italy”, un corso annuale diretto dalla professoressa Stefania Giannini – già Ministra dell’Università e della Ricerca, attualmente vicedirettrice dell’UNESCO –, il cui progetto formativo è inserito all’interno del Programma delle Nazioni Unite UNAI (United Nations Academic Impact).

Il 19 dicembre 2022 è stato il grande giorno della consegna del Premio presso la Camera dei Deputati a Roma. Eravamo più di 250 laureati provenienti da tutta Italia. È stata sin dal primo istante un’emozione fortissima e un enorme privilegio poter rappresentare il mio Ateneo in quella giornata speciale. La premiazione è iniziata con il saluto di Corrado Maria Daclon (fondatore e segretario generale della Fondazione Italia USA) sull’importanza dell'impegno nello studio e nel lavoro e del merito, cui sono seguiti gli incoraggianti discorsi da parte di Emilio Iodice (diplomatico presso le ambasciate USA di Brasilia, Città del Messico, Madrid, Roma e Parigi, direttore emerito Loyola University Chicago, docente della Fondazione Italia USA) e di Valentina Marino (Direttore Medico di Pfizer in Italia). La cerimonia di consegna, durante la quale siamo stati chiamati uno a uno a ritirare la pergamena nominativa, è stata molto toccante; ho vissuto un pomeriggio indimenticabile, ricco di emozioni e di soddisfazioni che porterò per sempre nel mio cuore.

    Ultima modifica 16 Gennaio 2023

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