- Argomento
- Scienza e Ricerca
Malattia di Alzheimer: dalla ricerca UPO nuove linee cellulari per lo sviluppo di cure più efficaci
I laboratori del Dipartimento di Scienze del farmaco brevettano una linea cellulare di 'astrociti ippocampali immortalizzati' che attira l'attenzione dell'industria biotecnologica e che potrebbe aprire nuove vie per le terapie anti-Alzheimer
Di Leonardo D'Amico
Data di pubblicazione
La malattia di Alzheimer è la più diffusa forma di demenza che colpisce un numero sempre crescente di popolazione anziana. Questa malattia è caratterizzata da una progressiva e inarrestabile perdita di memoria causata dalla degenerazione e morte delle cellule neuronali. I meccanismi patogenetici di questa devastante malattia non sono tuttora compresi, tanto che attualmente non sono ancora disponibili farmaci efficaci per contrastare lo sviluppo della malattia.
Le ricerche degli ultimi decenni si sono concentrate principalmente sui neuroni, mentre evidenze sempre più numerose suggeriscono che le cellule di supporto e di difesa, chiamate collettivamente come cellule gliali, abbiano un ruolo chiave. In particolare gli astrociti, cellule-stella, svolgono nel sistema nervoso centrale una fondamentale funzione omeostatica che garantisce ai neuroni il supporto meccanico e trofico, accompagnando i neuroni in fase di sviluppo e differenziamento, nonché garantendo l’omeostati degli ioni e dei neurotrasmettitori ottimizzando la trasmissione dei segnali elettrici lungo gli assoni e la trasmissione sinaptica. Le ricerche condotte dall’unità guidata dal professor Dmitry Lim presso il Dipartimento di Scienze del farmaco dell'Università del Piemonte Orientale suggeriscono che siano proprio gli astrociti, mediante la deregolazione dei segnali dello ione calcio, a reagire per primi durante lo sviluppo della malattia e che il loro rimodellamento patologico alteri il supporto omeostatico e predisponga i neuroni alla disfunzione e, infine, alla morte.
Per comprendere al meglio il ruolo degli astrociti, le loro alterazioni molecolari e funzionali, il professor Lim, assieme ai suoi collaboratori, le dottoresse Francesca Rocchio, Laura Tapella e Giulia Dematteis, hanno creato un modello cellulare, unico nel suo genere, quello degli astrociti ippocampali immortalizzati da un modello genetico murino della malattia di Alzheimer.
Gli astrociti immortalizzati, rispetto alle colture primarie, offrono una importante serie di vantaggi come la possibilità di mantenimento ed espansione in vitro, permettendo di accumulare sufficienti quantità di materiale per saggi di biochimica, proteomica e frazionamento subcellulare. Inoltre, le cellule possono essere congelate e spedite come convenzionalmente avviene con qualunque altra linea cellulare, permettendo collaborazione e scambio di dati tra laboratori diversi. Ciò consente inoltre l'approfondimento di studi complementari, con la possibilità di standardizzare i trattamenti e confrontare i risultati. Sfruttando questi importanti vantaggi è stato possibile condurre degli studi a livello internazionale e scoprire i meccanismi attraverso i quali gli astrociti “Alzheimer” riducono le loro capacità omeostatiche verso i neuroni e provocano la rottura della barriera ematoencefalica. I risultati di questi studi sono stati pubblicati su riviste internazionali peer-reviewed come Cell Death and Disease e Cellular and Molecular Neurobiology.
La natura unica di queste linee cellulari è stata apprezzata da una società canadese, la Applied Biological Materials, famosa nella gestione dei più usati modelli cellulari, che ha chiesto di poter commercializzare e pubblicizzare queste linee per renderle accessibili alla comunità scientifica internazionale con lo scopo di promuovere le ricerche sugli astrociti per contrastare quanto prima il devastante impatto socio-economico della malattia di Alzheimer.
- Tag
- Fisiologia
Ultima modifica 7 Settembre 2022
Leggi anche
RODEO: UniSi e UPO perfezionano i dispositivi optoelettronici
Il progetto RODEO unisce le forze dell'Università di Siena e dell'Università del Piemonte Orientale per sviluppare nuovi materiali organici più efficienti per celle solari e display OLED. L'obiettivo è individuare le caratteristiche molecolari ideali per ottimizzare la conversione energetica.
- Argomento
- Scienza e Ricerca
Data di pubblicazione 19 Dicembre 2024
Il Comitato Nazionale Bioetica risponde al Ministero della Salute sull’eticità dell’uso del farmaco triptorelina per minori con disforia di genere
Il gruppo di lavoro del CNB guidato dal professor Luca Savarino (DIMET, UPO) ha evidenziato la necessità di finanziare nuovi studi clinici indipendenti per irrobustire ulteriormente i dati già disponibili riguardo alla somministrazione del farmaco a minori affetti da disforia di genere.
- Argomento
- Scienza e Ricerca
Data di pubblicazione 18 Dicembre 2024
39 docenti UPO nelle classifiche "World's 2% Top Scientists"
Pubblicata la classifica mondiale degli scienziati con livello più elevato di produttività scientifica. 39 i docenti, ricercatori e ricercatrici UPO presenti nella graduatoria.
- Argomento
- Scienza e Ricerca
Data di pubblicazione 10 Dicembre 2024
La ricerca conferma: l’origine del tartufo bianco pregiato dell’Alto Monferrato è tracciabile al 100%
Grazie alle ricerche svolte nei laboratori UPO è ora possibile tracciare in maniera analitica e inequivocabile la provenienza e l’origine dei Tartufi bianchi pregiati dell'Alto Monferrato, con ricadute potenzialmente enormi per i comuni del territorio che potranno dare forte impulso a programmi di turismo enogastronomico dedicati a una platea internazionale. La ricerca promette di avere effetti importanti anche sul valore commerciale di questa particolare tipologia di tartufo.
- Argomento
- Scienza e Ricerca
Data di pubblicazione 09 Dicembre 2024