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Vita da UPO

Gabriella Pravettoni riceve l'UPO Alumni Award for Women in Academy and Research

Premiata dal Rettore e dalla presidentessa di UPOAlumni, la dottoressa Pravettoni dirige la Applied Research Division for Cognitive and Psychological Science all’Istituto Europeo di Oncologia di Milano

Di Leonardo D'Amico

Data di pubblicazione

 UPO Alumni Award for Women
UPO Alumni Award for Women

Nell'ambito del convegno internazionale Innovators in Breast Cancer 2022, oggi, 21 ottobre 2022, presso l'Università del Piemonte Orientale a Novara, la dottoressa Gabriella Pravettoni ha ricevuto l'UPO Alumni Award for Women in Academy and Research, premio giunto alla sua seconda edizione. Gabriella Pravettoni, scienziata che ha lavorato per molti anni con Umberto Veronesi, oggi dirige la Applied Research Division for Cognitive and Psychological Science all’Istituto Europeo di Oncologia di Milano. Il premio le è stato conferito dal Rettore UPO, Gian Carlo Avanzi, dalla presidentessa di UPO Alumni, Stefania Cerutti, e dai coordinatori del convegno oncologico Alessandra Gennari e Marco Krengli.

La consegna del premio è stata l'occasione per scattare un'istantanea della posizione che la donna oggi ricopre nel campo della medicina, in generale, e nello specifico ambito dell'oncologia. Il numero delle donne medico in Italia è in netta ascesa e si prevede che superi quello dei colleghi uomini già dai prossimi anni. Le donne medico con meno di 70 anni sono più dei colleghi uomini, il 50,9% del totale. Considerando il totale degli iscritti all’Ordine, sotto i 65 anni raggiungono il 55% e sotto i 50 anni toccano addirittura il 60%. In oncologia le donne arrivano al 70% e, nonostante a livello nazionale solo il 15% ricopra posizioni apicali, va segnalata l’eccezione della rete oncologica Piemonte-Val d’Aosta, in cui ben 6 primari sono donne a fronte di 8 uomini.

«Il mio mentore, Umberto Veronesi, diceva sempre che ‘togliere un tumore da un corpo è facile, molto più difficile è eliminarlo dalla mente’ – spiega la professoressa Pravettoni –. L’importanza della psico-oncologia è tutta qui, nella necessità di umanizzare quanto più possibile le cure, non dimenticando mai che con malattie o parti del corpo noi medici abbiamo a che fare con persone. Un tempo le donne – ha detto Gabriella Pravettoni – erano meno portate a puntare sulla carriera e, nei pochi casi in cui accadeva, venivano viste dai colleghi maschi come un potenziale concorrente con cui era facile entrare in conflitto. Oggi tutto questo non esiste quasi più, la collaborazione è molto frequente. E io ne sono la prova provata: per tre anni sono stata responsabile di dipartimento, da quindici sono direttrice di divisione psico-oncologica.»

«In oncologia – ha concluso la dottoressa Pravettoni – le donne si trovano più a loro agio e hanno maggior facilità ad affermarsi perché si ha più spesso a che fare con il dolore: le diagnosi di tumore sono tsunami che travolgono la vita delle persone e la capacità di ascolto e la sensibilità sono spesso la chiave per creare più facilmente una relazione di aiuto tra medico e paziente.»

«Il ruolo delle donne nella scienza e nella ricerca, non senza fatica, si sta velocemente modificando e sta divenendo finalmente più centrale a beneficio di tutta la comunità scientifica e della società in generale – sottolinea Alessandra Gennari, professoressa di Oncologia presso il Dipartimento di Medicina traslazionale dell’Università del Piemonte Orientale –. Ciò vale sia per la didattica sia nella gestione di gruppi di ricerca e anche a livello manageriale. Le donne sanno usare un linguaggio diverso per affrontare con efficacia i problemi, tratto che personalmente considero un valore aggiunto e distintivo. Non è un caso se oggi le laureate sono più dei laureati (il 60%), concludono il loro corso di studi più rapidamente dei colleghi uomini (il 60%) e con voti migliori. La donna di oggi sa essere multitasking, dividendo le energie con efficacia tra accademia, famiglia e una società che sta cambiando rapidamente e che la vede sempre più centrale.»

«Sono certo -  ha detto durante la consegna il Rettore Gian Carlo Avanzi - che questo riconoscimento possa costituire un ulteriore impulso per le nostre giovani ricercatrici e in generale per la componente femminile del nostro ateneo, da sempre centrale e determinante per fare dell’Università del Piemonte Orientale un luogo aperto, inclusivo e che promuove le pari opportunità contrastando ogni tipo di discriminazione – ha detto il Rettore –. La nostra Scuola di Medicina, grazie al coordinamento dei professori ed esperti oncologi Alessandra Gennari e Marco Krengli e insieme alla comunità scientifica internazionale, sta operando un ruolo centrale per il miglioramento del processo diagnostico e per lo sviluppo di nuove terapie di contrasto al tumore alla mammella ed è la dimostrazione concreta dell’efficacia di una rete di conoscenza di cui l’Università del Piemonte Orientale è uno dei crocevia.»

    Ultima modifica 25 Ottobre 2022

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