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Approccio One Health. Gianluca Aimaretti tra i firmatari dell'appello di HCI ai sindaci italiani per promuovere la salute nelle città

One Health è un approccio intersettoriale che guarda alle connessioni tra salute umana, animale e ambientale per valutare e gestire la complessità dei rischi per la salute. Le città dovranno diventare protagoniste di una nuova "architettura della salute". La lettera presentata durante la XXXIX Assemblea ANCI di fronte al Presidente della Repubblica.

Di Leonardo D'Amico

Data di pubblicazione

Lettera aperta di Health City Institute all'ANCI
Il professor Gianluca Aimaretti

credits © UPO/Giorgio Sambarino

«La salute non é più solo un “bene individuale” ma un “bene comune” che richiama ciascuno ad adottare comportamenti virtuosi basati sul rispetto reciproco.» Lo sostiene lo Health City Institute (HCI), think tank (o meglio health tank) indipendente e no profit «nato come risposta civica all’urgente necessità di studiare i determinanti della salute nelle città.»

Per promuovere con forza la propria mission istituzionale HCI ha deciso di inviare una lettera aperta all'Associazione nazionale comuni italiani (ANCI) che proprio oggi, martedì 22 novembre 2022, si è riunita a Bergamo per la sua XXXIX conferenza annuale alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella.

Tra i firmatari di questo appello a favore di un cambio di rotta in termini di salute collettiva figura anche il professor Gianluca Aimaretti, ordinario di Endocrinologia all'Università del Piemonte Orientale e direttore del Dipartimento di Medicina traslazionale che insieme alla Biobanca UPO ha lanciato uno studio di coorte diffuso (Novara Cohort Study, ndr) per capire i meccanismi dell'invecchiamento nel territorio novarese e promuovere stili di vita sani.

Come ricercatori ed esperti sulla salute – si legge nella lettera aperta – nella consapevolezza che le ultime crisi sanitarie hanno avuto nella relazione uomo-animale-ambiente-urbanizzazione i principali fattori determinanti, chiediamo l’attenzione delle Istituzioni e di quanti sono chiamati a prendere decisioni sulla salute per rafforzare con azioni concrete l’approccio One Health nelle nostre città.

Molti dei determinanti della salute – prosegue l'appello – si verificano al di fuori del settore della salute umana e sono multifattoriali: coinvolgono, per esempio, la salute degli animali, i cambiamenti climatici, l’impatto antropogenico, l’inquinamento, l’uso del suolo e delle acque, la perdita di biodiversità, le disuguaglianze sociali, i conflitti, la sempre crescente urbanizzazione, ecc. Ciò richiede la collaborazione di tutti i settori interessati per costruire una risposta integrata ed efficace attraverso strategie di prevenzione e attività concrete per ridurre l’impatto dei rischi attuali ed emergenti per la salute attuale e collettiva”.

One Health è un approccio intersettoriale che guarda alle molteplici connessioni tra la salute umana, animale e ambientale al fine di valutare e gestire la complessità dei rischi per la salute. La pandemia dovuta a COVID-19 ha messo a fuoco in modo più nitido ed evidenziato come sia una priorità agire subito, assieme, concretamente”.

Le città – si legge in conclusione – devono diventare protagoniste di una nuova architettura della salute e del benessere individuale e collettivo attraverso:

  • Il potenziamento della sanità pubblica su scala globale, nazionale, regionale e locale, per prevenire future pandemie e potenziare la ricerca quale strumento per costruire un futuro migliore;
  • la promozione del concetto olistico di salute umana, animale e ambientale come determinanti della nostra salute e del nostro benessere secondo cui è fondamentale la salute nel contesto urbano come habitat salutogenico e non patogeno;
  • la creazione di forti collaborazioni fra Istituzioni governative, regionali, cittadine, università, autorità sanitarie, istituti di ricerca pubblici e privati, professionisti della salute, imprese per studiare in maniera sinergica fenomeni quali la resistenza antibiotica, il contatto con la fauna selvatica in ambito urbano, i cambiamenti climatici e le pressioni sulla biodiversità e per individuare e controllare all’origine ogni possibile insorgenza e diffusione di nuovi agenti infettivi;
  • la garanzia di un accesso equo alle cure, alla diagnostica e ai trattamenti per tutti i cittadini;
  • la prevenzione delle malattie croniche non trasmissibili (tumori, malattie cardiovascolari, diabete, malattie respiratorie e neurodegenerative) attraverso un tessuto assistenziale diffuso e omogeneo in tutte le aree urbane;
  • la formazione di competenze professioni sull’approccio One Health e di sapere diffuso tra i giovani e la popolazione;
  • lo sviluppo di politiche sociali e sanitarie per la promozione della salute come ‘bene comune’ e l’integrazione della stessa in tutte le politiche di sviluppo e sostenibilità delle città”.

 

Primi firmatari della lettera aperta sono Enzo Bianco (Presidente C14+), Andrea Lenzi (Presidente HCI), Mario Occhiuto, Roberto Pella e Daniela Sbrollini (Presidenti Intergruppo Parlamentare Qualità di Vita nelle Città), Stefano Capolongo (Presidente EUPHA e Urban Public Health Section), Tiziana Frittelli (Presidente Federsanità/ANCI), Federico Serra (Segretario Generale HCI e C14+), Walter Ricciardi (Presidente Mission Board on Cancer Commissione Europea).

    Ultima modifica 22 Novembre 2022

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