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Superfici “immuni” da microbi e virus. Cooperazione europea per prevenire i contagi in ospedale
L’UPO è nel team di ricerca che sta testando soluzioni di rivestimenti antimicrobici che in futuro proteggeranno le superfici nei luoghi pubblici
Di Leonardo D'Amico
Data di pubblicazione
Prevenire è meglio che curare è un detto antico che non smette di essere attuale, oggi più che mai. A causa della pandemia da COVID-19 il sistema sanitario di tutti i paesi coinvolti sta affrontando una sfida totalmente nuova, come nuove sono le tecnologie di prevenzione che i ricercatori stanno cercando di mettere in campo per arginarla. L’Università del Piemonte Orientale rappresenta l’Italia nel network europeo AMiCI ePlatform (sito Web) coordinato dalla Satakunta University of Applied Sciences (SAMK, Finlandia) e impegnato nello sviluppo di superfici innovative con caratteristiche antimicrobiche per ridurre la trasmissione di agenti patogeni in ambito ospedaliero e in contesti pubblici.
AMiCI ePlatform network (Anti-Microbial Coating Innovations to prevent infectious diseases - AMiCI) ha proprio l’obiettivo di velocizzare l’ingresso sul mercato dei prodotti che stanno testando i ricercatori. La referente UPO per il progetto – che coinvolge 33 Paesi e che ha durata annuale, termine a fine 2021 – è la professoressa Lia Rimondini, professore ordinario di Scienze e tecniche mediche applicate presso il Dipartimento di Scienze della Salute, che chiarisce le premesse e gli obiettivi del progetto: «Ogni anno milioni di persone contraggono un'infezione associata all'assistenza sanitaria (HCAI). Nel peggiore dei casi queste infezioni portano alla morte dei pazienti. I microrganismi, come i virus, si diffondono principalmente attraverso il contatto, sia in maniera diretta, da umano a umano, sia attraverso il contatto con le superfici. Sebbene la misura più efficiente nella prevenzione e nel controllo delle infezioni rimanga la costante e accurata igiene delle mani, combinata con pratiche di pulizia efficienti, la scienza si sta occupando di cercare soluzioni alternative e durevoli».
«Le superfici antimicrobiche, che hanno cioè una capacità intrinseca di eliminare i microbi, fanno parte della soluzione – continua la professoressa Rimondini –. L'efficacia antimicrobica (riduzione della crescita microbica) del rame e dell'argento, per esempio, è nota da tempo. Nuove sostanze e rivestimenti sono in via di sviluppo grazie a progetti di ricerca pubblico/privati per essere utilizzati soprattutto su superfici frequentemente toccate (ringhiere, maniglie, arredi ambientali negli ospedali, coperte, ecc.). Tuttavia, la sfida attuale è dimostrare l'efficacia di questi nuovi rivestimenti in contesti sanitari reali. Sono stati effettuati studi pilota a livello globale e l'obiettivo del futuro è quello di sviluppare l'uso di questi rivestimenti su larga scala.»
Le ricerche sono finanziate da una delle actions del programma COST, European Cooperation in Science and Technology (sito Web). COST è uno dei più longevi framework europei a sostegno della cooperazione transnazionale tra ricercatori, ingegneri e studiosi. Attraverso le COST Actions la Commissione Europea finanzia reti di scienziati in tutti i settori scientifici e tecnologici.
Le superfici antimicrobiche, studiate principalmente per ambienti ospedalieri ma che coinvolgeranno tutti i luoghi pubblici, dovranno rispondere a precisi requisiti: dovranno essere facili da pulire ma, allo stesso tempo, estremamente durevoli nel tempo. Un esteso utilizzo di rivestimenti antimicrobici potrà ridurre considerevolmente i rischi per la salute e, di conseguenza, anche i decessi. AMiCI ePlatform, inoltre, si occupa di ricerca anche nell’ambito della sanificazione e nel trattamento di superfici contaminate. Dal progetto sono escluse le strumentazioni tecniche e i dispositivi medici. Per approfondimenti tecnici sui materiali testati è possibile consultare le pubblicazioni del network AMiCI cliccando qui.
Ultima modifica 22 Agosto 2022
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