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“Sant’Andrea in contesto”, a Vercelli e a Novara un viaggio nell’ospitalità medievale
Venerdì 8 e sabato 9 novembre, medievisti provenienti da Italia, Francia, Germania, Spagna e Canada hanno esplorato l’importanza storica e culturale del complesso abbaziale vercellese dando il via a un confronto multidisciplinare sul tema dell’ospitalità medievale
Di Paola Brullo e Federico Mellano
Data di pubblicazione
credits © UPO
Venerdì 8 e sabato 9 novembre 2024, a Novara e a Vercelli, si è tenuto il convegno “Sant’Andrea in contesto. Assistenza, ospitalità e ospedali presso monasteri e canoniche regolari del medioevo europeo”, organizzato dall’Università del Piemonte Orientale con il patrocinio dei Comuni di Vercelli e Novara e con il sostegno della Fondazione comunità novarese. L’evento ha coinvolto i dipartimenti di Studi umanistici e di Studi per l’economia e l’impresa. In particolare, la professoressa di Archeologia cristiana, tardoantica e medievale Eleonora Destefanis si è occupata del coordinamento scientifico, affiancata dal comitato organizzatore composto da Raffaella Afferni, professoressa di Geografia, Alice Borgna, professoressa di Lingua e letteratura latina, e Carla Ferrario, professoressa di Geografia economica-politica.
L’evento ha preso il via a Vercelli, presso la Cripta di Sant’Andrea, dove, alle 14.00, il rettore Menico Rizzi ha dato il benvenuto ai presenti, ringraziando le organizzatrici per l’appuntamento dal carattere multidisciplinare, spunto di riflessione sull’importanza storica e culturale delle realtà ospedaliere. La parola è quindi passata a Michele Mastroianni, ordinario di Letteratura francese e direttore del DISUM, che a sua volta ha sottolineato quanto il dialogo tra docenti di diverse specializzazioni sia fondamentale per inquadrare qualsiasi argomento nella sua completezza. I saluti istituzionali sono proseguiti con Martina Locca, assessore all’Istruzione e merito presso la città di Vercelli, monsignor Marco Arnolfo, arcivescovo della diocesi di Vercelli, Davide Maggi, ordinario di Economia aziendale presso il dipartimento di Studi per l'economia e l'impresa dell’UPO e presidente della Fondazione comunità novarese, e Beatrice Maria Bentivoglio Ravasio, funzionaria presso la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli.
L’incontro è quindi entrato nel vivo: la ricorrenza degli 800 anni intercorsi dalla fondazione dell’ospedale dell’abbazia di Sant’Andrea a Vercelli ha fornito l’occasione per una riflessione, avviata dalla professoressa Destefanis, su questo importante complesso, cui è stata dedicata la prima parte del convegno, nell’intento, tuttavia, di aprire lo sguardo ad un contesto molto più ampio, su scala europea, grazie ai contributi dei relatori saliti in cattedra durante le due giornate.
La sessione vercellese si è conclusa alle 19.00, spostando l'iniziativa a Novara. La giornata di sabato ha, quindi, avuto inizio alle 9.00 presso il complesso Perrone, proseguendo, a partire dalle 14.30, al Salone dell’Arengo del Broletto.
Nelle diverse sedi del convegno si sono confrontati alcuni tra i più autorevoli medievisti, provenienti da Italia, Francia, Germania, Spagna e Canada, che hanno portato il loro contributo sul tema dell’ospitalità medievale. In particolare, le loro relazioni si sono concentrate sull’accoglienza presso i monasteri e le canoniche regolari, centri di spiritualità e di cura, in alcuni casi di antichissima fondazione. Spiega la professoressa Destefanis: “Ideali, pratiche quotidiane, spazi e strutture dell’ospitalità, ma anche uomini e donne, ovvero monaci e monache, canonici, converse e conversi, a vario titolo impegnati nell’assistenza "all’altro", sono stati al centro del confronto, abbracciando dieci secoli di storia europea. Il convegno ha messo in evidenza come l’accoglienza praticata negli ospedali medievali connessi alle comunità regolari, che andava ben oltre la pratica medica e aveva come suo principale obiettivo il soccorso ai bisognosi di ogni tipo, sia un efficace strumento attraverso cui leggere l’intera vita di questi enti religiosi, in cui la necessità del ritiro dal mondo per un’esistenza di preghiera deve essere messa in dialogo con l’altra fondamentale esigenza, quella dell’assistenza caritatevole verso chi è in condizione di bisogno”.
Tra i relatori, anche il professor Alessandro Barbero che, nella mattina di sabato, ha portato all’attenzione del pubblico la storia delle realtà canoniche e ospedaliere valdostane, tra il 1100 e il 1300.
A conclusione dell'iniziativa, sabato, presso il Salone dell’Arengo del Broletto di Novara, si è tenuta una serata dal taglio divulgativo dedicata alla cittadinanza. In questo contesto, le professoresse Raffaella Afferni e Carla Ferrario hanno illustrato soluzioni di valorizzazione degli ospedali medievali nella realtà contemporanea, quali parti di un patrimonio culturale vivo e condiviso, mentre la professoressa Alice Borgna, supportata dagli interventi della dottoressa Nadia Rosso e del dottor Riccardo Consolini, ha presentato il progetto del DISUM SpaceLat, di cui è coordinatrice, sugli itinerari tardo antichi nel mondo mediterraneo, con specifico riferimento alla tematica dell’assistenza a viandanti e pellegrini.
Tutta l’iniziativa, nelle sue articolazioni, ha visto la partecipazione di studiosi e di un ampio pubblico, nonché di studenti dell’UPO, alcuni dei quali sono stati altresì coinvolti nell’organizzazione degli eventi.
Ultima modifica 15 Novembre 2024
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