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Salvatore Cuzzocrea è il nuovo Presidente della CRUI
«Investimenti, giovani e ricerca. Tre temi da cui partire per assicurare all’Italia un’università più forte e una società più solida e giusta.» Salvatore Cozzocrea, che è Rettore dell’Università di Messina, assumerà il ruolo di Presidente CRUI dal 1° gennaio 2023.
Di Ufficio Stampa CRUI
Data di pubblicazione
credits © CRUI, Conferenza dei Rettori delle Università Italiane
L’Assemblea dei Rettori ha eletto Salvatore Cuzzocrea, 50 anni, Rettore dell’Università di Messina, Presidente della CRUI.
Nel discorso di insediamento Cuzzocrea ha sottolineato la necessità di una CRUI coesa e propositiva che, soprattutto negli anni chiave del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, rilanci il ruolo dell’università in quanto fattore chiave per lo sviluppo culturale ed economico del Paese.
«Sono un ricercatore prestato al mestiere di Rettore e ora a quello di Presidente della CRUI ed è da lì che secondo me bisogna ripartire. Dalla ricerca italiana, che non teme confronti a livello internazionale e dai giovani, prima studenti e poi ricercatori, che la rendono ciò che è con dedizione e coraggio – ha commentato Cuzzocrea – Sono convinto che a partire da questi due pilastri (ricerca e giovani) la CRUI potrà rinforzare il proprio ruolo di interlocutore prioritario delle istituzioni chiamate a guidare il Paese attraverso questi anni cruciali che accompagnano la fine della pandemia e la gestione emergenziale del conflitto in Ucraina. Quando parlo di istituzioni non intendo solo il Governo e il Ministero dell’Università, nostri interlocutori naturali, ma anche tutti gli altri organismi pubblici e privati che non possono più fare a meno delle competenze e delle conoscenze che solo l’università può mettere a disposizione.»
Nel suo intervento programmatico, Cuzzocrea ha toccato alcuni fra i temi che necessitano di interventi tempestivi per garantire funzionamento e rilancio del sistema universitario. Temi che vanno dalla revisione del finanziamento degli atenei (per portarlo agli standard europei, anche in considerazione di costi di gestione ormai insostenibili), a una maggiore libertà di spesa per didattica e ricerca (soprattutto in vista degli obiettivi prescrittivi del PNRR); dalla necessità di accrescere il numero di laureati (molto al di sotto della media europea), all’impellenza di una definizione della carriera accademica (che nella transizione non lasci indietro nessuno); dal focus sull’internazionalizzazione (per promuovere le nostre università all’estero come luoghi prestigiosi di studio, ricerca ed esperienza), ai temi attinenti alle discipline medico-sanitarie (numero programmato e scuole di specializzazione).
«Per molti versi il sistema universitario rappresenta la “cabina di regia” della transizione della società italiana verso una nuova fase di progresso – ha proseguito Cuzzocrea – Una fase in cui alla crescita economica si accompagni il rispetto dell’ambiente e delle persone. Una fase in cui l’efficienza della macchina amministrativa e delle produzioni si fondi sulla mitigazione delle disuguaglianze. In sostanza, la fase cruciale durante la quale un Paese edifica una società più giusta. Tutti obiettivi ambiziosi ma perseguibili facendo affidamento sull’università e sui suoi giovani.»
(Fonte: Ufficio Stampa CRUI)
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Ultima modifica 16 Dicembre 2022
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