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Pubblicato il XXIV Rapporto del Consorzio AlmaLaurea sul profilo e sulla condizione occupazionale dei laureati

Anche quest’anno l’UPO conferma le sue performance positive.

Di Stefano Boda

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AlmaLaurea
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Il Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea ha presentato,giovedì 16 giugno, il XXIV Rapporto sul Profilo e sulla Condizione occupazionale dei laureati italiani nel corso del Convegno “Integrazione dei dati e potere informativo. Dalla formazione al mondo del lavoro”, organizzato in collaborazione con Alma Mater Studiorum – Università di Bologna e con il sostegno del MUR.

Il Rapporto di AlmaLaurea sul Profilo dei laureati ha analizzato le performance formative di circa 300 mila laureati del 2021 di 77 università. In particolare, si tratta di 169 mila laureati di primo livello, 95 mila dei percorsi magistrali biennali e 35 mila a ciclo unico; il Rapporto sulla Condizione occupazionale dei laureati ha analizzato 660 mila laureati, di 76 università, di primo e secondo livello del 2020, 2018 e 2016 contattati, rispettivamente, a uno, tre e cinque anni dal conseguimento del titolo.

Il Profilo dei Laureati

laureati UPO nel 2021 coinvolti nell’indagine sono 2.383. I dati rilevati dal Consorzio confermano le performance positive registrate negli ultimi anni: l’età media alla laurea è 25,6 anni, pressoché in linea con la media nazionale di 25,7. Il 67% (media italiana 60,9%) dei laureati termina l’università in corso: in particolare è il 62,9% tra i triennali (contro il 60,1%) e l’84,4% tra i magistrali biennali (contro il 67%).

Il voto medio di laurea è 101,4 su 110, inferiore alla media nazionale del 103,5.

Il 71,6% dei laureati ha svolto tirocini riconosciuti dal proprio corso di studi e anche questo è un dato nettamente superiore alla media nazionale del 57,1%; dato confermato osservando sia i dati dei laureati di primo livello (73,2% contro il 56%) sia dei magistrali (62,9% contro il 60,2%), sia tra i laureati magistrali a ciclo unico (79,8% contro il 52,1%).

Per analizzare la soddisfazione per l’esperienza universitaria appena conclusa si è scelto di prendere in considerazione l’opinione espressa dal complesso dei laureati in merito ad alcuni aspetti.

Il 91,5% dei laureati è soddisfatto del rapporto con il corpo docente e l’87% ritiene il carico di studio adeguato alla durata del corso. In merito alle infrastrutture messe a disposizione dall’Ateneo, il 91,1% dei laureati che le ha utilizzate considera le aule adeguate. Più in generale, il 92,2% dei laureati si dichiara soddisfatto dell’esperienza universitaria nel suo complesso.

E quanti si iscriverebbero di nuovo all’Università? Il 71,9% dei laureati sceglierebbe nuovamente lo stesso corso e lo stesso Ateneo.

 

La Condizione occupazionale

L’Indagine sulla Condizione occupazionale ha riguardatocomplessivamente 3.183 laureati UPO. I dati si concentrano sull’analisi delle performance dei laureati di primo e di secondo livello usciti nel 2020 e intervistati a un anno dal titolo e su quelle dei laureati di secondo livello usciti nel 2016 e intervistati dopo cinque anni.

Per quanto riguarda i laureati triennali contattati a un anno dal conseguimento del titolo, il 54% decide di proseguire il percorso formativo con un corso di secondo livello. Indagando la quota rimanente (46%), il tasso di occupazione è dell’85,8% a fronte di una media nazionale del 74,5%, la retribuzione media è di 1.520 Euro (rispetto alla media nazionale di 1.340 Euro) e il 74% valuta efficace o molto efficace il titolo conseguito (contro il 60,6%).

Tra i laureati di secondo livello del 2020 intervistati a un anno dal conseguimento del titolo, il tasso di occupazione è pari all’81,9% (media italiana 74,6%), la retribuzione media è di 1.582 Euro (media nazionale 1.407 Euro), il lavoro part-time coinvolge il 14,5% dei laureati (contro il 17,5%), la laurea è giudicata efficace o molto efficace dal 69,4% (contro il 66,3%).

Non cambia di molto la fotografia dei laureati di secondo livello del 2016, intervistati a 5 anni dal conseguimento del titolo.

Il tasso di occupazione è pari all’88,4% (media italiana 88,5%), la retribuzione media è di 1.629 Euro (media nazionale 1.635 Euro), il lavoro part-time coinvolge il 5,3% dei laureati (contro l’8,2%), la laurea è giudicata efficace o molto efficace dal 75,7% (contro il 69,5%).

La professoressa Chiara Morelli, delegata del Rettore per Orientamento, Job Placement, Almalaurea e Stage post-laurea ha commentato con soddisfazione i dati emersi dal Rapporto: «Siamo molto soddisfatti di rilevare che, anche quest’anno, AlmaLaurea certifica la soddisfazione dei nostri studenti, la regolarità nel loro percorso di studi e il loro rapido inserimento nel mondo del lavoro. I risultati confermano la costante attenzione che il nostro Ateneo pone alla preparazione degli studenti, al loro inserimento nel mercato del lavoro e alla loro carriera professionale tramite un’attenta pianificazione dell’offerta formativa e un accorto orientamento in entrata, in itinere e in uscita.

Registrare un tasso di crescita (+ 8%) del numero di immatricolati a fronte di un calo a livello nazionale del 5,2% e, come certificato da Almalaurea, avere il 67% dei laureati che termina il percorso universitario in corso, rispetto alla media italiana del 60,9%, premia quest’attenzione.

Per quanto riguarda la condizione occupazionale, i dati sicuramente lusinghieri riconoscono il lavoro fatto in questi anni per accompagnare i nostri studenti nel mercato del lavoro.  Tra le diverse iniziative si ricorda il Career Day, una giornata dedicata alla presentazione dei nostri studenti e dei nostri laureati alle più significative realtà aziendali, i tirocini formativi, le testimonianze aziendali, i contest (progetti che le aziende sottopongono ai nostri studenti e che vedono la loro partecipazione attiva in gruppi di lavoro) e i seminari organizzati per preparare gli studenti al mondo del lavoro.

Sicuramente i numeri sono molto importanti e se, come in questo caso, sono positivi fanno molto piacere, ma ciò che ci fa comprendere che stiamo percorrendo la strada corretta sono anche i continui apprezzamenti che riceviamo, dalle aziende e dalle istituzioni, sulla qualità, sulla preparazione e sulle competenze dei nostri studenti.

Il risultato positivo va infatti anche ascritto al territorio sul quale insiste l’Università del Piemonte Orientale. Un territorio che fortemente crede al progetto formativo del nostro Ateneo e riconosce la qualità dei nostri laureati. Un dovuto ringraziamento va, pertanto, a tutte le realtà del territorio, scuole, enti, istituzioni e imprese».

    Ultima modifica 4 Agosto 2022

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