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Scienza e Ricerca

L'articolo dell'équipe del professor Dondero in copertina sulla prestigiosa rivista Environments

Un importante riconoscimento per il gruppo di studiose e studiosi coordinato dal Prof. Dondero nell'ambito delle attività del Dipartimento di Scienze e innovazione tecnologica (DISIT): l'articolo "Non-Destructive Biomarkers in Non-Target Species Earthworm Lumbricus terrestris for Assessment of Different Agrochemicals" guadagna la copertina dell'edizione di dicembre della rivista scientifica internazionale Environments.

Di Chiara Pinguello

Data di pubblicazione

Non-Destructive Biomarkers in Non-Target Species Earthworm Lumbricus terrestris for Assessment of Different Agrochemicals
Non-Destructive Biomarkers in Non-Target Species Earthworm Lumbricus terrestris for Assessment of Different Agrochemicals

credits © ENVIRONMENTS (Q1 in ecologia, IF 3.5)

Il lavoro, svolto dal Dott. Antonio Calisi, ricercatore del gruppo di Ecologia coordinato da Francesco Dondero, professore associato di Ecologia presso il Dipartimento di Scienze e innovazione tecnologica (DISIT) dell'Università del Piemonte Orientale, conquista la copertina del numero di dicembre della rivista scientifica internazionale Environments. Si tratta di una pubblicazione peer-reviewed e ad accesso aperto sulle scienze ambientali, pubblicata mensilmente online da MDPI.

L'articolo Non-Destructive Biomarkers in Non-Target Species Earthworm Lumbricus terrestris for Assessment of Different Agrochemicals (a firma di: Antonio Calisi, Tiziana Cappello, Mario Angelelli, Maria Maisano, Davide Rotondo, Davide Gualandris, Teodoro Semeraro, Francesco Dondero) esamina come in molti agroecosistemi, i prodotti agrochimici siano ampiamente utilizzati per controllare i parassiti delle colture, ma spesso colpiscano molte specie non bersaglio di interesse ecologico e agronomico, come i lombrichi, considerati utili indicatori della contaminazione del suolo.

L'articolo illustra i risultati di uno studio in cui sono stati analizzati i fluidi corporei (liquido celomatico) dei lombrichi esposti a due sostanze chimiche, il solfato di rame e il Clorpirifos. L'obiettivo era capire se questi fluidi potessero essere utilizzati per misurare in modo semplice e non invasivo la contaminazione dell'ambiente.

I risultati hanno mostrato che i biomarkers (indicatori biologici) nei fluidi dei lombrichi cambiavano in modo significativo quando gli animali venivano esposti ai contaminanti. Questo suggerisce che analizzare il liquido celomatico dei lombrichi può essere un metodo utile e preciso per monitorare la salute dell'ambiente, senza dover uccidere o danneggiare gli animali.

In pratica, questo studio propone l'uso dei fluidi corporei dei lombrichi come strumento per verificare la presenza di inquinanti nei terreni e negli ecosistemi agricoli. È un metodo vantaggioso perché è non invasivo, veloce e permette di raccogliere informazioni importanti senza danneggiare la fauna.

Questo approccio di campionamento non distruttivo non solo rispetta le linee guida etiche, ma preserva anche l'integrità dei markers biologici, rendendolo uno strumento prezioso per il monitoraggio ambientale e gli studi tossicologici.

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Francesco Dondero (DISIT UPO)Antonio Calisi (DISIT UPO)
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Ecologia

    Ultima modifica 9 Gennaio 2025

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