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Scienza e Ricerca

I docenti dell'Università del Piemonte Orientale protagonisti del World Biomaterial Congress di Daegu, Corea

La direttrice del DISS Lia Rimondini, il professore associato di Scienze tecniche mediche applicate Andrea Cochis e le ricercatrici Ksenia Menshikh ed Elham Sharifikolouei hanno partecipato alla dodicesima edizione del World Biomaterial Congress, a Daegu, Corea.

Di Simone Sarasso

Data di pubblicazione

WBC 2024
Da sinistra: Elham Sharifikolouei, Lia Rimondini, Ksenia Menshikh e Andrea Cochis

credits © WBC 2024

Dal 26 al 31 maggio 2024 si è tenuta a Daegu, in Corea, la dodicesima edizione del “World Biomaterials Congress”. Il convegno internazionale ha luogo ogni quattro anni ed è l'evento più importante a livello planetario nell'ambito dei biomateriali e della medicina rigenerativa; così importante che i convegni continentali non vengono organizzati in tale anno, dando alle élite delle discipline coinvolte la possibilità di partecipare.

Una delegazione dell'Università del Piemonte Orientale ha preso parte alla manifestazione, docenti e ricercatrici hanno ricoperto ruoli di spicco nel programma dei lavori, in qualità di organizzatori, moderatori e speaker. Si tratta evidentemente di un importante riconoscimento del valore scientifico e dell’innovatività della ricerca del nostro Ateneo.

Nello specifico, Lia Rimondini, direttrice del Dipartimento di Scienze della Salute, in collaborazione con la professoressa Dagnija Loca della Riga Technical University, ha organizzato la sessione Precision Medicine in Biomaterials for Regeneration.

La professoressa Rimondini è la coordinatrice del progetto Premurosa, che fa parte del programma Marie Skłodowska Curie Innovative Training Network-European”, finanziato dal Programma europeo di ricerca e innovazione Horizon 2020. Il progetto ha l'obiettivo di formare una nuova generazione di giovani ricercatori su temi di grande rilievo: Precision medicine for musculoskeletal regeneration, prosthetics, and active ageing. Il consorzio comprende undici partner accademici sotto la guida dell'UPO, sei partner non accademici e aziende biomediche. Alcuni risultati dei lavori del progetto sono stati condivisi durante la sessione.

La dottoressa Elham Sharifikolouei, che ha recentemente terminato il suo Marie Skłodowska Curie Individual Fellowship e che si è unita al gruppo coordinato da Andrea Cochis - professore associato di Scienze mediche applicate - e dalla professoressa Rimondini, ha organizzato e moderato la sessione intitolata Inorganic Materials for Therapeutic Agents, aprendo i lavori con una invited lecture sul tema dei Metallic Glasses for Biomedical Applications, From Intrinsically Antibacterial Surfaces, Dental Implants, Smart Healthcare Wearable Biomaterials, to 4D-Materials for Wound-Healing. I vetri metallici sono materiali di recente scoperta, estremamente innovativi e promettenti, ora in una fase di transizione dalle tecnologie elettroniche a quelle biomediche.

Infine, il professor Cochis ha illustrato gli achievement di prim'ordine ottenuti dal gruppo che coordina con una invited lecture intitolata Multifunctional biomaterials and advanced in vitro bioreactors-based platforms: combining strategies and technologies towards precision medicine, mentre Ksenia Menshikh, studentessa iscritta al Dottorato in Food, Health and Longevity, ha tenuto un talk intitolato Comparative analysis of 3D-printed β-TCP and freeze-dried alginate-bioactive glass scaffolds as bone-like microenvironments for osteosarcoma in vitro modelling. L'intervento, focalizzato sulla tesi della ricercatrice, ha illustrato le opportunità cliniche derivanti dalla correlazione tra gli studi sui biomateriali e quelli di tumor engeneering e costituisce un riconoscimento non comune per una studentessa di dottorato.

In allegato, il testo dell'articolo in inglese.

English version of the article in attachment.

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