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Scienza e Ricerca

Dall'UPO un contributo fondamentale al network di dottorato europeo PROSTAMET: "Formare la prossima generazione di ricercatori"

PROSTAMET rappresenta un'importante opportunità per formare la prossima generazione di ricercatori che affronteranno malattie multifattoriali complesse, come il cancro. Il progetto mira a colmare le lacune attuali nella ricerca traslazionale, sfruttando il potenziale clinico non ancora esplorato del metabolismo lipidico alterato nel cancro.

Di Riccardo Rubis Passoni

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PROSTAMET: foto di gruppo
PROSTAMET: foto di gruppo

credits © IPBS-Toulouse

Dal 6 al 10 gennaio 2025 si è tenuto a Tolosa, in Francia, il kick-off meeting del network di dottorato europeo PROSTAMET, un'iniziativa ambiziosa che mira a rivoluzionare la ricerca cancro alla prostata, di cui l'Università del Piemonte Orientale è partner consorziale. L'evento ha rappresentato la prima occasione per riunire i nove studenti di dottorato e i loro supervisori provenienti da Belgio, Francia, Italia e Portogallo, insieme ad altri partner del settore accademico e privato coinvolti nell'ampio programma di formazione e nei comitati di gestione. Attraverso una combinazione di ricerca tecnologica "pratica" di alto livello, tirocini non accademici e corsi/workshop su competenze scientifiche e complementari, PROSTAMET ambisce a fornire ai giovani ricercatori una visione creativa e olistica della ricerca traslazionale, insieme a forti competenze trasferibili per prepararli a intraprendere carriere di successo in un sistema sanitario in trasformazione, incentrato sulla medicina personalizzata di precisione.

La settimana è iniziata con un discorso di benvenuto tenuto dalla professoressa Catherine Muller (Centre national de la recherche scientifique, Francia), un'introduzione al progetto da parte del professor Johan Swinnen (Katholieke Universiteit Leuven, Belgio) e una presentazione della professoressa Carmen Jeronimo (Università di Porto, Portogallo) sull'Associazione Europea di Urologia. I dottorandi hanno partecipato a conferenze e corsi riguardanti il ​​cancro alla prostata, l'etica e l'integrità della ricerca, lo sviluppo della carriera e la gestione dei dati. 

Attraverso una stretta collaborazione tra partner accademici e non accademici con competenze altamente complementari, PROSTAMET mira a stabilire una catena di ricerca traslazionale unica incentrata sui lipidi. Questa spazia dalla scoperta molecolare all'avanguardia, attraverso la convalida in modelli gold standard, allo sviluppo di farmaci innovativi per migliorare la gestione del cancro alla prostata.

«Il network di dottorato europeo PROSTAMET – spiega il professor Davide Ferraris, associato di Biochimica presso il Dipartimento di Scienze del farmaco UPO, partner del progetto e responsabile di una unità di lavoro – mira a formare la prossima generazione di ricercatori nell'affrontare malattie complesse, con un focus particolare sul ruolo dei lipidi nel cancro alla prostata. Il progetto ha l’obiettivo di colmare il divario tra la ricerca di base e le sue applicazioni cliniche integrando tecnologie all'avanguardia nella biologia molecolare, nella genomica, nella bioinformatica, e nella biologia strutturale per lo sviluppo di di farmaci. Al progetto partecipano 9 dottorandi internazionali che lavoreranno su progetti tra loro interconnessi lungo una pipeline comune di ricerca, finalizzato allo sviluppo di farmaci antitumorali».

Tra i dottorandi che partecipano al progetto, figura anche Aaron Madden, appartenente al gruppo del professor Ferraris e facente parte dei dottorandi del consorzio.

Il progetto, finanziato nell'ambito delle azioni Marie Skłodowska-Curie (MSCA) di Horizon Europe, è coordinato dal professor Johan Swinnen e riunisce otto centri di ricerca e università europee: la già citata Katholieke Universiteit Leuven (Coordinatore), UPO, il Centre national de la recherche scientifique (Francia), l'Institut national de la santé et de la recherche médicale (Francia), l'Università Clermont Auvergne (Francia), l'Università degli Studi di Perugia (Italia), l'Università di Namur (Belgio) e l'Instituto Português Oncologia do Porto (Portogallo). Inoltre, il progetto vede la partecipazione di due realtà industriali italiane, l’IRBM di Pomezia e la casa farmaceutica Dompè, nel ruolo di partner associati.

    Ultima modifica 5 Febbraio 2025

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