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Altre due “medaglie d’oro” sottolineano la carriera accademica di Giovanni Appendino

Giovanni Appendino è tra i massimi esperti di chimica organica a livello internazionale. Professore emerito all’UPO, nei prossimi giorni riceverà due premi alla carriera dalla Phytochemical Society of Europe e dalla Society for Medicinal Plant and Natural Product Research. «Devo tutto all’ambiente ideale che il Dipartimento di Scienze del farmaco ha saputo offrirmi in questi anni.»

Di Leonardo D'Amico

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Giovanni Appendino
Giovanni Appendino

credits © UPO/Archivio di Ateneo

Giovanni Appendino, professore emerito dell’Università del Piemonte Orientale, è tra i massimi esperti di chimica organica a livello internazionale, passione che continua a coltivare anche a beneficio delle studentesse e degli studenti che seguono i suoi corsi.

Dopo il traguardo della pensione la sua attività di ricerca non si è interrotta e il Professore nei prossimi giorni riceverà due importanti riconoscimenti, due medaglie che ne sottolineano ulteriormente lo spessore accademico; questi award sono il più alto riconoscimento riconosciuto dalla Phytochemical Society of Europe – la consegna della PSE Medal è in programma a Parigi il prossimo 30 luglio 2023 – e dalla Society for Medicinal Plant and Natural Product Research – con consegna dell’Egon Stahl Award in Gold a Dublino il 3 agosto 2023. In entrambi i casi il professor Appendino sarà il primo ricercatore italiano a ricevere queste medaglie.

La PSE Medal viene assegnata periodicamente a studiosi che abbiano dato un contributo eccezionale alla Phytochemical Society of Europe o alla promozione della scienza delle piante in generale, mentre il premio Egon Stahl in Gold riconosce l’eccezionale lavoro scientifico di una vita di un ricercatore che sia stato strettamente legato alla biologia farmaceutica (farmacognosia, chimica dei prodotti naturali) nel corso della sua carriera scientifica.

«Devo tutto questo – commenta il professor Appendino – prima di tutto all’ambiente fertile dal punto di vista scientifico che ho trovato a Novara e alla passione di tutti i miei collaboratori, dagli strutturati ai dottorandi ai tanti studenti in tesi con cui ho condiviso l’entusiasmo per la ricerca. Il Dipartimento di Scienze del farmaco ha avuto un ruolo chiave per i miei traguardi professionali e spero, un giorno, di poter ricambiare in qualche modo tutto quanto ho ricevuto negli anni che ho trascorso in questo Dipartimento.»

    Ultima modifica 27 Giugno 2023

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