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All'Auditorium “Cattaneo” la presentazione del volume “Investigare 5.0”

La più recente pubblicazione del Vice Capo Vicario della Polizia diStato Vittorio Rizzi è stata al centro del dibattito tra l'Autore, il Procuratore presso il Tribunale di Novara Giuseppe Ferrando, Cosimo Anglano, ordinario di Informatica al DISIT, e il direttore del DISEI Massimo Cavino.

Di Simone Sarasso

Data di pubblicazione

Investigare_5.0
Investigare_5.0

credits © UPO

Il 19 giugno 2024, presso l’Auditorium “Gaudenzio Cattaneo” nel Campus Universitario Perrone, a Novara, si è svolto il convegno “Investigare 5.0”, durante il quale è stato presentato l’omonimo volume, edito per i tipi di Piccin e firmato dal Vice Capo Vicario della Polizia di Stato Vittorio Rizzi.

Durante l’evento, organizzato in collaborazione con la Questura di Novara, sono intervenuti, oltre a Rizzi, il Procuratore presso il Tribunale di Novara Giuseppe Ferrando e Cosimo Anglano, professore ordinario di Informatica presso l'Università del Piemonte Orientale. A moderare l'incontro, il direttore del Dipartimento di Studi per l’Economia e l’Impresa Massimo Cavino.

La struttura della mattinata ha previsto gli interventi dei due relatori, il dottor Ferrando e il professor Anglano, ai quali è seguito l'approfondimento del Vice Capo Vicario Rizzi. Le conclusioni e la sintesi, correlate dal fecondo scambio di idee coi diretti interessati, sono spettate al professor Cavino.

Il Procuratore Ferrando ha riflettuto sulla propria esperienza di Pubblico Ministero alla luce delle suggestioni del libro di Rizzi: riferendosi a specifici casi affrontati in carriera, ha riconosciuto il fondamentale apporto dello sviluppo tecnologico alle indagini. Tecnologia che non si sostituisce, ma affianca le attività tradizionali basate sulla competenza, sull'intuito, sulla capacità di dialogare con le persone: una necessaria fusione tra innovazione e tradizione nello sviluppo investigativo.

Perfettamente allineato anche lo speech di Anglano. Il Professore, che ha una pluriennale esperienza in tema di informatica forense, ha sottolineato l'importanza di non considerare i dati che arrivano dagli strumenti informatici come assiomi, riferendosi in particolare all'uso della geolocalizzazione. All'acquisizione delle tarature spaziali e temporali dei dati deve necessariamente seguire una verifica in presenza della loro veridicità e rilevanza. La tecnologia non è fonte di certezza assoluta, ma un indispensabile strumento per la ricerca della verità.

La conclusione del dottor Rizzi ha insistito sulla fondamentale collaborazione tra forze dell'ordine e accademia, e sul ruolo della Polizia nella costruzione di una società democratica: l'impegno della pubblica sicurezza è volto a garantire il rispetto dei diritti e della libertà dei cittadini, soprattutto in concomitanza con l'utilizzo delle tecnologie più moderne e sofisticate durante le indagini.

 

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    Ultima modifica 26 Giugno 2024

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