Il Dipartimento di Studi umanistici dell'Università del Piemonte Orientale, in collaborazione con Volti a Mamre, LUPI universitari, il Sistema Bibliotecario d'Ateneo UPO e Salone OFF 2024, presenta l'incontro "Curare collane per fare comunità: fuori e dentro l’università". L'evento si terrà il 9 maggio, presso la Sala della Cripta di Sant’Andrea, in Via Galileo Ferraris 116, Vercelli, dalle ore 12:30 alle ore 14:30.

Il seminario è a cura dei professori UPO Luciano Curreri e Cecilia Gibellini, rispettivamente professore ordinario e professoressa associata di Letteratura italiana, nonché del dottor Samuele Iaquinto, ricercatore UPO in Logica e Filosofia della scienza. Per l'occasione interverranno anche Silvio Alovisio, professore ordinario di Cinema, fotografia e televisione presso l'Università di Torino, Gioele Cristofari, ricercatore presso il DISUM, Valter Boggione, professore associato di Letteratura italiana presso UNITO, e Matteo Di Gesù, professore associato di Letteratura italiana presso l'Università di Palermo.

«Non si curano collane soltanto per trasmettere un testimone culturale – spiega il professor Curreri –, magari ridotto a pochi accoliti e sodali, benedetti da una disciplina in voga o da una privilegiata rete di contatti. Si curano collane per creare un modo di fare comunità, di stare insieme agli altri e per poter nutrirsi di quella vera alterità che i diversi da noi mettono in campo per dirsi e darsi culturalmente e socialmente, in seno a un desiderio educativo-formativo che non vuole più rimirarsi in una discendenza forzata, ai limiti di una ‘specchiata’ tautologia, di un credito alla fotocopiatrice d'antan che sta per finire o è finito da tempo. Si curano collane per conoscere persone nuove, come si fa quando si arriva in un posto nuovo, e si prova a stringere amicizie, a promuovere dialoghi, a stare a sentire idee e proposte, come è giusto fare, senza imporne sempre e solo di proprie. Così, nella distesa saggistica della collana Elements dell’editore Quodlibet e dei suoi primi cinquanta numeri non c’è solo la critica già data per morta e il miglior saggismo italiano e internazionale (e in lingua originale: Barbero, Caws, Peterson, Pierantoni, Premat, Rabaté, Thanopulos, Lenzini, Pellini, Chiodi, Slopek, Delville, Donati, Giusti, Barenghi, Kottman, Gatto, Policastro e tante/i altre/i) ma c’è la società tutta, e quindi c’è l’arte e l’architettura, e la città e l’urbanismo tattico, che ci permettono di abitarla e di apprezzarla, insieme al paesaggio vero e a una vera demitizzazione del genius loci; e c’è la solitudine della donna e la forza della Commune/Comunità, della poesia e del fumetto, della storia e della filosofia, della politica e del cinema e delle generazioni che tutto questo hanno saputo dare e dire fino ad oggi e attraverso un’educazione che formava lasciando i pori ben aperti per respirare sempre aria nuova, vecchi e giovani che si fosse al tempo dell’incontro».