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400 ore di lavoro e una tradizione secolare per un simbolo accademico prezioso e più sostenibile
Addio cappa di pelliccia. L’Inaugurazione dell’anno accademico celebrata il 16 gennaio 2024 ha segnato, per l’UPO, la fine di una consuetudine ancora molto diffusa in ambito accademico, grazie a una scelta che valorizza la tradizione secolare del Puncetto Valsesiano e l’abilità delle sarte della Società Operaia di Mutuo Soccorso di Varallo. «La sostenibilità – ha detto il Rettore Gian Carlo Avanzi – si raggiunge anche attraverso la rivisitazione dei nostri simboli.»
Di Leonardo D'Amico
Data di pubblicazione
credits © UPO/DonatelloLorenzo
La cappa – fatta di pelliccia di ermellino o di altri animali – è tra i simboli maggiormente legati all’immagine cerimoniale delle rettrici e dei rettori delle università italiane. Lo è stato anche per l’Università del Piemonte Orientale fino a tempi molto recenti ma lo scorso 16 gennaio 2024 – durante la cerimonia di Inaugurazione del XXVI anno accademico celebrata a Vercelli di fronte al Capo dello Stato e ai Ministri dell’Università e della Pubblica Amministrazione – anche UPO ha definitivamente voltato pagina. Il Rettore Gian Carlo Avanzi, infatti, ha indossato una cappa interamente in tessuto di lino e seta impreziosita da una lavorazione sartoriale artigianale che ha le sue radici nella Valsesia del Seicento e che sopravvive grazie alle mani sapienti delle sarte che a Varallo ne mantengono in vita la tradizione.
Il Puncetto Valsesiano è un merletto ad ago composto da nodi serrati in successione che creano un’alternanza di parti piene e spazi vuoti. Si tratta di una manifattura eseguita con pazienza esclusivamente a mano, ago e filo, senza l’ausilio di altri utensili o supporti di lavoro. Non è possibile datare con precisione la nascita di questa manifattura, tuttavia è certo che l’affinamento della sua tecnica nel corso dei secoli è opera delle donne valsesiane. Il primo documento che lo cita, e di cui si è a conoscenza, è un atto notarile di una dote del 1685, dove viene annoverato come ponchietto. Diverse opere iconografiche di quel periodo e successive raffigurano la Madonna che lavora al Puncetto – una statua al Sacro Monte di Varallo e una tela a Borgosesia – e ritratti di donne valsesiane in abito tradizionale impegnate in questa produzione.
Nel XIX secolo il puncetto veniva utilizzato anche come guarnizione per la biancheria di casa, per camicie e grembiuli, o come elemento di pregio degli abiti tradizionali valsesiani, divenendo valore identitario, elemento distintivo della località di provenienza e stato civile, ornamento sia negli abiti festivi sia in quelli da lavoro.
La tecnica di realizzazione, ancora oggi patrimonio quasi esclusivo delle donne valsesiane, veniva tramandata solo verbalmente e in ambiti parentali o di piccole comunità, mentre ora il Puncetto Valsesiano, sempre ben radicato in valle, ha gradualmente iniziato a farsi conoscere anche fuori dalla Valsesia. Per la salvaguardia di questo “saper fare”, negli anni ’80 si è provveduto alla registrazione di un Marchio del “Puncetto Valsesiano” e sono nati corsi per l’insegnamento aperti a tutti. La Società Operaia di Mutuo Soccorso (SOMS) di Varallo è l’associazione che, in collaborazione agli enti territoriali, ha tra i suoi scopi sociali le attività di promozione, didattica e valorizzazione dell’artigianato valsesiano e soprattutto del Puncetto.
A fine 2023 le insegnanti iscritte alla SOMS e una allieva particolarmente esperta hanno accolto, nonostante i tempi strettissimi, l’importante incarico di confezionare un manufatto che andasse ad arricchire la cappa del Magnifico Rettore. Le artigiane hanno dunque deciso di operare a più mani su un disegno a stella formato da circa 120 elementi a ornamento dell’intera circonferenza della cappa. In tutto ci sono volute 400 ore di lavoro per completare il manufatto. I puncetti sono stati eseguiti da Monica Astolfi, Daniela Avondo, Piera Beretta, Cristina Cantoni, Michela Dealberto, Paola Scarrone e Angela Stefanutto. Una volta uniti sono stati applicati alla cappa proprio da quest’ultima.
«Questa realizzazione – sottolinea la SOMS – rappresenta il risultato di un impegno corale. Oggi, proprio come un tempo, esso rappresenta un simbolo di identità territoriale, omaggio alla creatività, all’operosità e al “saper fare” delle donne Valsesiane. Il tutto solo con un ago e un filo.»
Il 1° febbraio 2024, presso il suo studio in Rettorato a Vercelli, il rettore Gian Carlo Avanzi ha voluto incontrare una delegazione della SOMS, formata dalla presidente Ornella Marchi e dalle maestre puncettaie Paola Scarrone e Angela Stefanutto, per sottolineare la gratitudine dell’Ateneo e rinnovare l’apprezzamento per questa lavorazione tradizionale che grazie a questa collaborazione diviene parte della storia UPO.
Ultima modifica 6 Febbraio 2024
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