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All’AOU di Alessandria il primo intervento di chirurgia robotica alla tiroide

L’intervento è stato svolto dall’équipe guidata dal professor Fabrizio Panaro con una moderna tecnica trans-ascellare che consentirà di non lasciare più cicatrici sul collo delle/dei pazienti. Una donna di 68 anni e un uomo di 71 affetti da gozzo nodulare, dimessi il giorno seguente all’operazione in ottime condizioni, sono stati i primi beneficiari di questa nuova tecnica.

Di Leonardo D'Amico

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I dottori Papini, Panaro, Materazzi e Lodin
I dottori Papini, Panaro, Materazzi e Lodin

credits © AOU AL

 La struttura di Chirurgia Robotica, Oncologica ed Epatobilio-pancreatica dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Alessandria, diretta dal professor Fabrizio Panaro, ha eseguito i primi interventi di chirurgia robotica della tiroide da accesso remoto che consentono di non lasciare cicatrici sul collo.

Alla console del robot il dottor Marco Lodin, coadiuvato dal dottor Federico Sangiuolo e dagli anestesisti Mirco Leo e Fabio Piccolella dell’équipe del professor Gianmaria Cammarota, ha realizzato le procedure con tecnica robotica su due pazienti, una donna di 68 anni e un uomo di 71 anni, affetti entrambi da gozzo nodulare, la cui dimissione è avvenuta il giorno seguente in ottime condizioni.

Una procedura che viene realizzata mediante un accesso trans-ascellare di circa cinque centimetri e che prevede, dopo aver creato un tunnel sottocutaneo dall’ascella alla loggia tiroidea, il collegamento dei bracci operatori del robot Da Vinci® e una telecamera 3D.

«Il progetto di chirurgia tiroidea robotica – ha spiegato il chirurgo endocrino Lodin – è stato realizzato attraverso la preziosa collaborazione con il professor Gabriele Materazzi, Direttore dell’UO di Endocrinochirurgia dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Pisa, il cui tutoraggio, ricco di consigli, ha consentito l’attuazione rapida e sicura di questa metodica. A fronte di standard qualitativi e di sicurezza analoghi alla chirurgia tradizionale, questa metodica, che non comporta cicatrici sul collo, determina risultati estetici e un impatto psicologico del paziente superiori».

«Sono trascorsi solo pochi mesi da quando mi è stata assegnata la Direzione della Divisione – ha ricordato il professor Panaro –, ma con la competenza e la professionalità accoppiate all’entusiasmo dei chirurghi della Struttura siamo riusciti a sviluppare questo nuovo programma di chirurgia robotica tiroidea e endocrina. La tiroidectomia robotica trans-ascellare, nata in Sud Corea, sta avendo una buona diffusione anche in occidente, dove da qualche anno si è andata affiancando alla chirurgia tradizionale. Siamo davvero orgogliosi di essere tra i pochi centri in Italia ad offrire questa tecnica ai nostri pazienti».

 

    Ultima modifica 7 Giugno 2024

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