Re-framing neoliberalism: political, economic, and social change (1975-2022)

Il 7 e l’8 gennaio 2025 si svolgerà a Torino e a Vercelli il secondo workshop internazionale organizzato in seno al PRIN 2022 “Reframing globalization in european peripheries: intellectual and expert network facing political and economic transformations (1975-2022)”, progetto UPO di cui Simone Attilio Bellezza, professore di Storia contemporanea al DISUM, è coordinatore scientifico.

Il convegno, dal titolo "Re-framing neoliberalism: political, economic, and social change (1975-2022)", si aprirà alle 15.00 di martedì 7 gennaio, nella Sala convegni della Fondazione Luigi Einaudi di Torino che ospiterà gli storici del neoliberismo Alan S. Kahan (Université Paris-Saclay, UVSQ), Fritz Bartel (Texas A&M University) e Stephanie Mudge (University of California Davis), coordinati da Edoardo Tortarolo, professore di Storia Moderna dell’UPO, e commentati da David McCourt (University of California Davis). 

Il workshop proseguirà mercoledì 8 gennaio a Vercelli dove, a partire dalle ore 10.00, la discussione si sposterà nella Sala riunioni 2 di Palazzo Tartara, presso il DISUM.

“I tre storici del neoliberismo che parteciperanno alla sessione torinese – spiega il professore Simone Attilio Bellezza dando una panoramica del workshop – si confronteranno con l'obiettivo di rileggere il periodo 1975 - 2022 per immaginare una nuova definizione di quello che, nella storiografia, appare sempre più come un termine incapace di descrivere le transizioni che sono avvenute negli ultimi cinquant'anni. A Vercelli invece, i ricercatori delle tre unità che compongono il progetto, alla luce di quanto detto il giorno precedente su una scala globale, cercheranno di immaginare una nuova chiave di lettura che spieghi anche le trasformazioni nei singoli contesti "periferici" di cui si occupano: Italia, Ungheria, Ucraina, Lituania, Russia e Romania. Si affronterà poi una discussione sulla prosecuzione del progetto, in vista dell'appuntamento finale di Firenze nel settembre 2025, anche grazie ai commenti di Alberto Masoero, professore di Storia dell’Europa orientale dell’Università di Torino”.